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Storie di vita

Per ogni arrivederci.

da Parole di miele Novembre 25, 2020

Ormai da molti anni non vado più, anche se probabilmente troppo spesso sarebbe il caso di tornarci. Ci penso; poi provo a cavarmela da sola. Ma torniamo a noi.. molti anni fa, son stata in terapia e l’aiuto di una psicologa mi ha nutrito l’anima. L’ho fatto principalmente per superare la perdita di mia mamma, ed ho capito che in realtà le cose non si superano ma si comprendono.

Direi che ha funzionato, per certi versi. Ora mi prendo molto cura di me, dei miei sentimenti che troppo spesso son ancora sconosciuti e immensi. Dura la vita per le persone sensibili, grandi viaggi di scoperte ma sempre molto faticosi.

Ricordo però, che un giorno particolare, in una mia seduta con C. mi son ritrovata ad odiarmi, completamente. Continuavo a ripeterle che ero stanca di continuare a piangere per ogni singola cosa: per la gioia, il dolore, l’ansia, il nervosismo, la felicità. Piango anche quando non capisco cosa sto provando. Costantemente. Ero stanca di dare alle persone togliendomi costantemente pezzi di me, senza poter esserne felice. Non che mi aspettassi di aver qualcosa indietro, assolutamente. Ma tanto meno di esser usata, ignorata, maltrattata, senza esser presa in considerazione. Temevo molto la mia bontà, o almeno quella che pensavo di avere. Odiavo la mia disponibilità e il veder “bello” delle cose. Come se nella vita, nonostante ciò che mi è successo, ci fosse sempre del bello da vedere. Ricordo che ero confusa, triste e rammaricata, di me stessa.

Ricordo che non mi accettavo e probabilmente non accettavo nemmeno ciò che mostravo agli altri. Non accettavo di pormi in questo mondo nel mondo ne tanto meno come gli altri, nel mondo, si ponevano a me.

Ovviamente, visto i miei sentimenti ballerini, son instabile anche anche nelle giornate, nelle ore e nei minuti. Potrei esser qui a ridere con te per una cosa divertentissima e tra un’ora pensare che tutto quanto sia uno schifo. Eh si, non è colpa del ciclo ne degli ormoni.. ma semplicemente son fatta così. Lunatica.

Qualche settimana fa mentre prendevo lezioni di inglese mi sono descritta come “lunatic” per poi capire che non vuol dire come in italiano che cambi umore velocemente, ma che sei pazza. Pazza davvero. Quindi forse l’inconscio ha lavorato per me.

Torniamo a noi … in quella giornata primaverile che non aveva nessun sapore e i colori dei fiori nemmeno si notavano. Piangevo e non capivo.

Qualche giorno dopo, son ritornata e in modo spensierato cercavo di gioire delle piccole cose. Che non erano affatto piccole. Raccontavo a C. con un grande sorriso di aver trovato la strada giusta. Di esser andata ad un open day universitario e che forse, per la prima volta, avevo capito cosa fare della mia vita. Nonostante i 20 anni e tanti sbagli ancora davanti.. Avevo trovato ciò per cui non vedevo l’ora di spendere soldi, prendere un treno e studiare. Studiare, io!

La visita, e son sicura non esser stata l’ultima.. nella mia testa si conclude così, con una sua frase che ormai da 5 anni mi accompagna e diventa sempre più vera.

“Dafne; sei una persona speciale e davvero sensibile.. questo non dev’essere un tuo limite. Hai solo bisogno di circondarti di persone che ti permettano di esprimerti come sei e di ricambiare questo tuo dono. Nel percorso che hai scelto di intraprendere troverai tante persone come te, e ne sarai felice. Ti donerà tanto.”

Ed è così. Da 5 anni a questa parte, la mia vita si è arricchita di persone straordinarie. E ogni giorno che passa, ogni lavoro che cambio, ogni strada che percorro, lo faccio col sorriso.

Non è facile, perché si deve andare avanti e spesso la gioia dell’incontro di qualcuno si trasforma in un piangente saluto verso un arrivederci. Perché ovviamente piango ancora, i sentimenti lottano costantemente ed io rimango com’ero. Più consapevole ma sempre la stessa.

E non dimentico nessuno, perché nel mio cuore ogni persona è lì. E d’innanzi ad un nuovo saluto, oggi, mi ritrovo in balia di questa tempesta emozionale (di nuovo). Ma amo, amo, amo il mio lavoro. E credo fortemente nelle persone. Grazie, ad ognuno di voi.

Novembre 25, 2020 0 comment
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Storie di vita

Not(t)e.

da Parole di miele Novembre 3, 2020

C’è stato un momento della mia vita, purtroppo fin troppo lungo, in cui ogni sera prima di mettermi a dormire, chiudevo gli occhi e mi riempivo di lacrime. Lacrime di gioia, lacrime amare, lacrime nostalgiche, lacrime malinconiche, lacrime tristi o lacrime dolci. Ogni sera un ricordo inondava la mia mente e sotto la palpebra accadeva di tutto: tempesta, marea, onda, goccia. Era qualcosa di immenso, che mi ha fatto odiare ed amare la notte. Che mi ha fatto combattere con i miei demoni e conoscere i miei angeli. Son state tante notti, insonni e a volte cullanti. Notti.

C’è stato un periodo della mia vita, non troppo lontano, in cui la notte per quanto buia.. si trasformava ad intermittenza in suoni sgradevoli, acuti e improvvisi, tra il blu ed il rosso. Un periodo di sospensione durato parecchi mesi, chiamato zona rossa che a me pareva più zona bianca, fredda, paurosa e insicura. Le stelle non erano più gialle e luminose, ma cadenti e dirette.. solo ed esclusivamente alle dita incrociate, esclusivamente ai desideri. Notti.

C’è stato un periodo della mia vita, lontanissimo da qui, che passeggia e trotta come Bambi nel bosco. Un periodo in cui il letto era la mia astronave magica e la coperta mi proteggeva da qualsiasi cosa. Nella notte ero la regina, comandavo e sceglievo tutto ciò che preferivo. Non era ammessa tristezza ed ogni sera una storia diversa che non vedeva l’ora di esser scritta. Chiudevo gli occhi, sceglievo ambiente, personaggio e lieve trama ed iniziavo ad immaginare. Curiosa, carica, emotiva, pronta. Avete mai scelto i vostri sogni? Io si. Notti.

Ci sono notti, in cui le emozioni navigano a rotta senza alcuna meta. Ci sono notti in cui il cuore scandisce il tempo ed il corpo lo segue, come una medusa segue le onde del mare. Ci sono notti in cui il corpo reagisce e i colori sovrastano l’immensità della camera rompendo i muri dell’astronave sicura. Ci sono notti in cui il silenzio è devastante e lancinante e non c’è alcun cerbiatto a scrivere la mia storia. Ci sono notti in cui un solo abbraccio è in grado di scaldarti il materasso e farti sentire viva, o portarti giù all’inferno.

È un po’ di notti in cui il silenzio mi sprofonda in petto e mi paralizzo. Sola e indecisa. Lascio andare giù, e mi perdo.

È un po’ di notti in cui il mio cuore martella dentro e scuote i quadri, gli armadi e vorrei urlare al mondo quanto son felice.

Ci sono notti, troppe notti, in cui ci sei tu, e solo tu e devi farci inevitabilmente i conti.

Novembre 3, 2020 0 comment
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Educastorie

Un cuore verde striato.

da Parole di miele Ottobre 23, 2020

È proprio vero che non si smette mai di stupirci. Avete capito bene, noi con noi stessi.

In piena quarantena, mentre ognuno di noi scopriva grandi doti culinarie (sapevo già di possederle…. scherzo) mi son data anche a qualche novità. Non ho quindi solo rispolverato cose che non facevo da molto tempo, ma ho proprio scoperto nuove parti di me. E chi l’avrebbe mai detto, di un pollice verde?

Ho sempre pensato di esser semplicemente in grado di fotografarle e ammirarle.. ed invece, sono entrata a capofitto in questo magico mondo. In questa verde jungla che non è più solo nella mia testa ma anche al mio fianco, in casa. Tangibile e percettibile.

Mai avrei pensato di appassionarmi ad un simile “hobby”, se così vogliamo chiamarlo… ed ora, non ne posso fare a meno. Un po’ per la dipendenza dalle piante verdi, un po’ perché ora vedo la mia casa vuota e sogno angoli in cui sistemare piante esotiche. Ma specialmente perché il mio cuore si sta riempiendo di amore.

Accudire una pianta vuol dire molto più che comprare un vaso, un fiore e sistemarlo sopra una mensola. Questi piccoli esserini ti insegnano la cura.. e sappiamo molto bene quanto io tenga a questa parola.

Mi hanno insegnato ad esser paziente. A gioire immensamente per una nuova foglia. Ad attendere una crescita, a scovare un problema, ad osservare il dettaglio, a riempire un vuoto. Mi hanno insegnato a conoscere, leggere ed imparare. A proporzionare, a calibrare e dosare. Mi hanno insegnato ad ascoltare il silenzio ed i movimenti.. non son sempre le parole ad esprimersi, ma anche i gesti.

Ma la cosa più importante che mi hanno insegnato è che l’amore non è tutto. L’amore dev’essere riconosciuto ed usato con costanza e consapevolezza. Il troppo amore uccide. Sfugge e ferisce.

C’è stato un momento in cui mi son sentita davvero scoraggiata. Ho salvato piante malate, da parassiti e da tempeste.. eppure, alcune, continuano a provare sofferenze ed io non ne capivo il motivo. Ho tentato di tutto e non comprendevo il perché.. E la risposta, l’avevo proprio sotto al naso. Anzi, nelle mie tasche. Ancor meglio, nel tempo.

La causa più grande di morte e malattie nelle piante, è la troppa attenzione, il troppo drenaggio, la maniacale ostentazione di controllo. Ho avuto a che fare con piante semplici, che mi hanno dato gioie incredibili. Ho avuto a che fare con piante ostiche che purtroppo non son sopravvissute al nostro legame, nonostante l’amore e la volontà. Ed ho tutt’ora a che fare con un grande problema, quello di dare troppo, dare tanto, non saper comprendere che a volte è giusto stare fermi, non far nulla, respirare e ammirare a distanza, ogni tanto prendere strade differenti per rincontrarsi successivamente. Quando è il momento.

Mi hanno insegnato che è importante anche dimenticare e sostare. Non è sempre necessario presenziare, bensì è importante esserci. Ed essere è consapevole, resiliente, testardo ma paziente, silente e vigilante.

Ed ora, ringraziando di cuore tutto questo, apro mente e corpo a qualsiasi altro insegnamento.. perché son le cose più innocue, “piccole” e banali che ci donano tanto. Ormai lo sappiamo bene.

Sono a quota 13. Devo dosare bene l’acqua. Ascoltare i bisogni altrui e non solo i miei. E son pronta ad imparare altro.

Ottobre 23, 2020 0 comment
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