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Storie di vita

Arriverà e son pronta.

da Parole di miele Dicembre 30, 2020

Un giorno, un solo giorno e sarà un nuovo anno. Lasciamo indietro quest’anno ricco di sventure e panico, di noi e tempo.. tanto tempo. Un anno che non è per niente volato, e forse per la prima volta l’ho sentito tutto, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Nonostante si, non abbia fatto davvero nulla. Ci si ritrova sempre a considerare l’intensità dell’anno in tutte le cose svolte, elenchi di viaggi, elenchi di esami, di avventure, di persone conosciute, di cene in famiglia, di compleanni e feste. Chi più ne ha più ne metta e, caspita, frenesia portami via. Quest’anno niente feste, niente amici, niente viaggi se non due piccolissimi in una breve pausa di sospensione estiva che da una parte pare un respiro in mezzo al nulla, ed in realtà era proprio quella la normalità. Che strano eh? È stato talmente un anno bizzarro che gli unici tre mesi su dodici che abbiamo passato liberi, non riusciamo nemmeno a vederli come normali, come comuni, quotidiani, semplici. Veri.

Ci penso e mi chiedo, ma l’anno scorso, prima che iniziasse questo 2020 assurdo… che propositi avevo? Quali obiettivi futuri mi frullavano per la testa? Che progetti avevo in tasca? Non ricordo.

Nonostante tutto mi viene da ricordare la fine degli esami. La mia nuova passione per le piante che mai avrei pensato di scovare. Il ritorno in Olanda dopo tantissimo tempo. Le poche giornate passate al mare ma godute come se fossero una grossa ed enorme fortuna. Le cene calibrate, perché poche, solo se necessarie, ai ristoranti. La ricerca del relatore e l’inizio della tesi. L’acquisto del camper. La costruzione di casa nuova per la convivenza. Un nuovo lavoro (che in realtà prima di questo ne ha visti altri due).

Tanti ricordi, nonostante tutto. Una prima volta di qualcosa che mai mi sarei aspettata. La paura, la gioia, l’attesa. Gli attacchi di panico in gran ritorno. Ma anche le risate, quelle vere. Le uscite solo per respirare aria, per davvero. Le pedalate in bicicletta, ovunque. La libertà, la costrizione, l’ansia ed il relax.

Non riesco a ricordare, cosa pensavo un anno fa. Sicuramente non mi sarei mai aspettata tutto questo. Non mi sarei mai nemmeno aspettata di collezionare un “tutto” visto quello che è successo. Ed invece c’è. Si vive. Ci si abitua. Ci si adatta. Si combatte. Si cade. Si accetta. Ci si ribella. Ci si prende una pausa. Si aspetta. Si corre. Si gode.

Grazie quindi, nonostante tutto. Perché mai avrei pensato di avere tempo, di prendermi tempo e di capire quanta importanza può avere farlo. Mai mi sarei dedicata a certe cose, mai avrei scoperto parti di me. Mai avrei fatto scelte, fermata a pensare ancor di più.

Son cambiata come ogni anno, ma anche quest’anno. Ho imparato il valore del tempo, del vedersi, dell’uscire. Il valore dei soldi, il valore del sorriso e del “fare”. Ma anche quello del non fare… ho imparato tanto. Da me, dagli altri e dalle assenze. Dal silenzio, dalla solitudine ma anche da chi c’era, c’è ed ha valore d’esserci.

Ho capito, soprattutto, che non è importante sapere quanto più cogliere. Quindi son qui.. in questo 30 dicembre.. alla soglia del nuovo anno.. Che non mi aspetto nulla. Non penso a nulla, e personalmente, non voglio nulla.

Arriverà.. e come arriverà, lo prenderò!

Dicembre 30, 2020 2 commenti
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Storie di viaggiUncategorized

A piedi scalzi, testa all’aria.

da Parole di miele Dicembre 10, 2020

L’ho già detto fin troppe volte, in questi ultimi mesi, che la salvezza risiede nell’immaginazione. Mi ritraggo costante con la testa fra le nuvole con la speranza di evadere da questa mancata libertà, di viaggiare, di fare, di esplorare. Non mi son mai reputata una grande viaggiatrice, anzi.. i viaggi erano un po’ la mia ancora per sopravvivere nell’immediato. Erano il mio obiettivo durante l’anno, quel pallino sul calendario da raggiungere e che mi faceva vedere una “fine” vicina a tutta la routine. Non importa dove, ma ci doveva essere. Anche viaggi brevi, semplici. La maggior parte delle volte tendo a tornare sempre negli stessi posti. Sono una grande sognatrice, ma sogno in piccolo, mi accontento. Se son stata bene ci ritorno, e non amo troppo il cambiamento repentino. Ci vuole una gran dose di coraggio (e di portafoglio eheh) nel lanciarsi sempre e costantemente in qualcosa di nuovo.. io invece mi lancio, ma a piccoli passi, graduale. Mi ci abituo, poco per volta, prendo consapevolezza e specialmente son sul pezzo, in grado di capire che le cose non vanno sempre come dovrebbero andare o come vorremmo farle andare… però, preferisco pianificare, organizzare e male che vada cambiare successivamente. Mi sto sperimentando un po’ improvvisatrice ma non lascio troppo al caso, cerco di avere dei piani di salvataggio nel taschino. Si è vero, son più le volte che non li uso di quelle che lo faccio ma questa cosa mi da comunque sicurezza. Preferisco così.

Mesi mesi mesi, a pensare a come sarebbe stato. Ora son ulteriori mesi che penso al passato e non vedo l’ora di tornare… mi immagino sulla mia bicicletta, col sellino troppo alto, in Olanda a pedalare incessantemente tra le vie di Rotterdam. E pensare che fu la città che mi piacque di meno.. eppure ora piuttosto che esser qui, con la pioggia, con la frenesia del lavoro e delle richieste.. vorrei esser lì.

A gustarmi quel buonissimo muffin con i frutti di bosco e pure senza glutine. Aveva una crema alla vaniglia sopra che ti avvolgeva il palato e sconvolgeva lo stomaco. Poi mi piacerebbe esser mano nella mano di nuovo tra le vie di Amsterdam, che ormai conosco come quelle del paese in cui vivo. Ciottolato ovunque, luci, splendidi negozietti di dolci, tazze fiori. Il gelato la sera rigorosamente senza lattosio, al cioccolato fondente con dentro dei pezzi di brownie. I coni di patatine giganti e calde, stracolme di salse. Divise per due, per non sentirci troppo esosi. Churros e nutella come sgarro di glutine e latte per poi rinchiuderci in casa senza alcun rimorso, insieme.

Andare alla ricerca di uno scooter per prendere e andare in spiaggia, travolti da un vento che non ci faceva star nemmeno in piedi ad osservare la ruota panoramica de Pier. Una pioggia che ci pungeva gli occhi, ma noi caldi ed abbracciati, felici come non mai. Chiudo gli occhi e mi immagino qualsiasi attimo, come quando li chiudemmo prima di dondolarci in aria, sopra tutta la città in un altalena gigantesca. Faccio un respiro grande come una casa, come tutti quelli fatti assieme, tra negozi, alla ricerca di scarpe comode dopo tutti quei mila e mila passi fatti senza nemmeno rendercene conto. I bus persi e le risate, i musei che mai avremmo pensato di vedere e tutto il cibo etnico che mai avremmo pensato di mangiare. Vacanza morbida come quel pollo e riso al curry delizioso. Un aereo del ritorno che non avremmo voluto prendere e che abbiamo pensato di stracciare, anche solo per un istante, per provare a rimanere lì..

Son tornata, ma son ancora lì.. e mi piace così tanto, immensamente tanto, che i ricordi siano ancora così vivi. Che i profumi siano ancora così percettibili e che se solo immagino il tutto, provo nostalgia, calore, acquolina, amore e tanta tanta tanta gioia. Me li tengo stretti, ma ci entro ogni giorno, in questi cassetti della mente. Ci entro a piedi scalzi per ballarci dentro all’infinito in questi tempi freddi, fermi e imprevedibili. Non vedo l’ora. Non vedo l’ora di tornare.

Dicembre 10, 2020 0 comment
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Storie di vita

Per ogni arrivederci.

da Parole di miele Novembre 25, 2020

Ormai da molti anni non vado più, anche se probabilmente troppo spesso sarebbe il caso di tornarci. Ci penso; poi provo a cavarmela da sola. Ma torniamo a noi.. molti anni fa, son stata in terapia e l’aiuto di una psicologa mi ha nutrito l’anima. L’ho fatto principalmente per superare la perdita di mia mamma, ed ho capito che in realtà le cose non si superano ma si comprendono.

Direi che ha funzionato, per certi versi. Ora mi prendo molto cura di me, dei miei sentimenti che troppo spesso son ancora sconosciuti e immensi. Dura la vita per le persone sensibili, grandi viaggi di scoperte ma sempre molto faticosi.

Ricordo però, che un giorno particolare, in una mia seduta con C. mi son ritrovata ad odiarmi, completamente. Continuavo a ripeterle che ero stanca di continuare a piangere per ogni singola cosa: per la gioia, il dolore, l’ansia, il nervosismo, la felicità. Piango anche quando non capisco cosa sto provando. Costantemente. Ero stanca di dare alle persone togliendomi costantemente pezzi di me, senza poter esserne felice. Non che mi aspettassi di aver qualcosa indietro, assolutamente. Ma tanto meno di esser usata, ignorata, maltrattata, senza esser presa in considerazione. Temevo molto la mia bontà, o almeno quella che pensavo di avere. Odiavo la mia disponibilità e il veder “bello” delle cose. Come se nella vita, nonostante ciò che mi è successo, ci fosse sempre del bello da vedere. Ricordo che ero confusa, triste e rammaricata, di me stessa.

Ricordo che non mi accettavo e probabilmente non accettavo nemmeno ciò che mostravo agli altri. Non accettavo di pormi in questo mondo nel mondo ne tanto meno come gli altri, nel mondo, si ponevano a me.

Ovviamente, visto i miei sentimenti ballerini, son instabile anche anche nelle giornate, nelle ore e nei minuti. Potrei esser qui a ridere con te per una cosa divertentissima e tra un’ora pensare che tutto quanto sia uno schifo. Eh si, non è colpa del ciclo ne degli ormoni.. ma semplicemente son fatta così. Lunatica.

Qualche settimana fa mentre prendevo lezioni di inglese mi sono descritta come “lunatic” per poi capire che non vuol dire come in italiano che cambi umore velocemente, ma che sei pazza. Pazza davvero. Quindi forse l’inconscio ha lavorato per me.

Torniamo a noi … in quella giornata primaverile che non aveva nessun sapore e i colori dei fiori nemmeno si notavano. Piangevo e non capivo.

Qualche giorno dopo, son ritornata e in modo spensierato cercavo di gioire delle piccole cose. Che non erano affatto piccole. Raccontavo a C. con un grande sorriso di aver trovato la strada giusta. Di esser andata ad un open day universitario e che forse, per la prima volta, avevo capito cosa fare della mia vita. Nonostante i 20 anni e tanti sbagli ancora davanti.. Avevo trovato ciò per cui non vedevo l’ora di spendere soldi, prendere un treno e studiare. Studiare, io!

La visita, e son sicura non esser stata l’ultima.. nella mia testa si conclude così, con una sua frase che ormai da 5 anni mi accompagna e diventa sempre più vera.

“Dafne; sei una persona speciale e davvero sensibile.. questo non dev’essere un tuo limite. Hai solo bisogno di circondarti di persone che ti permettano di esprimerti come sei e di ricambiare questo tuo dono. Nel percorso che hai scelto di intraprendere troverai tante persone come te, e ne sarai felice. Ti donerà tanto.”

Ed è così. Da 5 anni a questa parte, la mia vita si è arricchita di persone straordinarie. E ogni giorno che passa, ogni lavoro che cambio, ogni strada che percorro, lo faccio col sorriso.

Non è facile, perché si deve andare avanti e spesso la gioia dell’incontro di qualcuno si trasforma in un piangente saluto verso un arrivederci. Perché ovviamente piango ancora, i sentimenti lottano costantemente ed io rimango com’ero. Più consapevole ma sempre la stessa.

E non dimentico nessuno, perché nel mio cuore ogni persona è lì. E d’innanzi ad un nuovo saluto, oggi, mi ritrovo in balia di questa tempesta emozionale (di nuovo). Ma amo, amo, amo il mio lavoro. E credo fortemente nelle persone. Grazie, ad ognuno di voi.

Novembre 25, 2020 0 comment
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Storie di vita

Not(t)e.

da Parole di miele Novembre 3, 2020

C’è stato un momento della mia vita, purtroppo fin troppo lungo, in cui ogni sera prima di mettermi a dormire, chiudevo gli occhi e mi riempivo di lacrime. Lacrime di gioia, lacrime amare, lacrime nostalgiche, lacrime malinconiche, lacrime tristi o lacrime dolci. Ogni sera un ricordo inondava la mia mente e sotto la palpebra accadeva di tutto: tempesta, marea, onda, goccia. Era qualcosa di immenso, che mi ha fatto odiare ed amare la notte. Che mi ha fatto combattere con i miei demoni e conoscere i miei angeli. Son state tante notti, insonni e a volte cullanti. Notti.

C’è stato un periodo della mia vita, non troppo lontano, in cui la notte per quanto buia.. si trasformava ad intermittenza in suoni sgradevoli, acuti e improvvisi, tra il blu ed il rosso. Un periodo di sospensione durato parecchi mesi, chiamato zona rossa che a me pareva più zona bianca, fredda, paurosa e insicura. Le stelle non erano più gialle e luminose, ma cadenti e dirette.. solo ed esclusivamente alle dita incrociate, esclusivamente ai desideri. Notti.

C’è stato un periodo della mia vita, lontanissimo da qui, che passeggia e trotta come Bambi nel bosco. Un periodo in cui il letto era la mia astronave magica e la coperta mi proteggeva da qualsiasi cosa. Nella notte ero la regina, comandavo e sceglievo tutto ciò che preferivo. Non era ammessa tristezza ed ogni sera una storia diversa che non vedeva l’ora di esser scritta. Chiudevo gli occhi, sceglievo ambiente, personaggio e lieve trama ed iniziavo ad immaginare. Curiosa, carica, emotiva, pronta. Avete mai scelto i vostri sogni? Io si. Notti.

Ci sono notti, in cui le emozioni navigano a rotta senza alcuna meta. Ci sono notti in cui il cuore scandisce il tempo ed il corpo lo segue, come una medusa segue le onde del mare. Ci sono notti in cui il corpo reagisce e i colori sovrastano l’immensità della camera rompendo i muri dell’astronave sicura. Ci sono notti in cui il silenzio è devastante e lancinante e non c’è alcun cerbiatto a scrivere la mia storia. Ci sono notti in cui un solo abbraccio è in grado di scaldarti il materasso e farti sentire viva, o portarti giù all’inferno.

È un po’ di notti in cui il silenzio mi sprofonda in petto e mi paralizzo. Sola e indecisa. Lascio andare giù, e mi perdo.

È un po’ di notti in cui il mio cuore martella dentro e scuote i quadri, gli armadi e vorrei urlare al mondo quanto son felice.

Ci sono notti, troppe notti, in cui ci sei tu, e solo tu e devi farci inevitabilmente i conti.

Novembre 3, 2020 0 comment
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Storie di vita

Che bel super potere, la felicità!

da Parole di miele Ottobre 15, 2020

“Non preoccuparti piccola, troverai la tua strada”

“Non sono piccola, ho già 6 anni e posso fare le cose da grandi” replicò la bimba con tono severo “piccola ero un tempo, quando andavo nella scuola dei piccoli e portavo il pannolino. Ora proprio no. Riesco a fare un sacco di cose da sola! Cose da grandi”

“Cioè? Cosa sapresti fare da grande? Raccontami un po’”

“Beh semplice, innanzitutto so parlare molto bene. Il pannolino non lo uso più e mi cambio da sola.. e non faccio nemmeno più la pipì nel letto. Spesso ho comunque paura, come quando rimango da sola al buio e temo di non essere davvero da sola. Ma sono comunque molto grande perché scappo, chiedo aiuto e quando non risponde nessuno non importa. Me la so cavare.” – “beh, direi che è un’ottima cosa, quella dall’affrontare le proprie paure” – “certamente. Tutti hanno paura di qualcosa, però insomma.. quando si è grandi si hanno paure diverse” sgranò gli occhi ed iniziò ad annuire con la testa, proprio come fanno i grandi. Ed iniziando a gesticolare dice “le paure dei grandi sono molto più grandi, questo mi dice sempre la mamma” – “ma tu, le hai mai viste queste << paure grandi>>?”

Rimase per un po’ in silenzio con la mano a supporto del mento e poi, posizionando l’indice verso l’alto rispose “certo che sì. Ad esempio mi ricordo che quando ero piccola, dormivo nel letto piccolo e insomma… il nostro che stava sotto il letto era di quelle dimensioni. Direi piccolo. Ora in camera mia è tutto molto più grande, infatti controllo sempre sotto prima di tirare le lenzuola… il mostro in questo caso dovrebbe essere molto grande e dovrei fare molta attenzione. Più divento grande, più i nostri diventano grandi”.. “e poi pensavo anche che non solo le paure crescono, perché ognuno di noi ha un potere, che cresce insieme a noi e diventa sempre più grande.” – “Un super potere potremmo dire” – “esattamente. Tu ne hai uno? Tutti ne hanno uno” – “non saprei.. non ci ho mai pensato, potrei provarci… e tu? Qual’è il tuo super potere?”

Si formò una piccola piega al lato del labbro sinistro, e gli occhi si socchiusero… con un’aria molto curiosa e pensosa, la bambina rimase assorta per qualche secondo. La piega del labbro si allargò e corse verso l’altro capo della bocca, trasformandosi un sorriso ed esultando “beh, ma certo, il mio super potere è… mmm… no no aspetta… o forse” e continuo a girare gli occhi nell’aria, come se tra le tante nuvolette aperte sopra la sua testa le stesse depennando in ordine di verità, o di passione. “Mmm no, aspetta… mi chiedevo, ma c’è forse un solo super potere? Perché a me vengono in mente tantissime cose che so fare. Sia da grandi che da piccini. So parlare, essere amica, mantenere i segreti e saltare più in alto di tutti. So battere mio papà braccio di ferro, e questo fa di me una bambina molto molto forte. Poi certo, la mia nonna dice che sono sempre molto gentile. Dico sempre grazie e scusa, quando so di aver sbagliato” .. “eh quindi, insomma…. perché avere un solo super potere?È molto più bello averne tanti. Tutti quelli che si desidera. E più si diventa grandi più se ne possono avere!! Giusto? Quando sarò più grande di ora vorrei tantissimi altri poteri! Come guidare, come cucinare molto bene e come magari suonare uno strumento! O magari avere tanti amici, sempre tutti diversi. Avere un cagnolino e stare con lui! Beh certo… vorrei anche saper volare.. sempre più in alto, fino a toccare le nuvole come gli uccellini.. e andare a trovare chi sta di la!! Così quando qui giù piove io vado su, fino in alto a superare la nuvola e a prendere il sole!! Quando c’è il sole tutto è più bello e tutti sono più felici. Possiamo giocare tutto insieme, andare al mare ed è come se fosse sempre vacanza. Ecco un altro super potere che vorrei, portare il sole da tutti quanti, e renderli tutti sempre felici, sconfiggendo tutti i mostri e tutte le cose che ci rendono tristi. Che bel super potere, la felicità.”

Ottobre 15, 2020 0 comment
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